Si sente spesso parlare di pavimento pelvico e di relativa prevenzione dei disturbi che possono interessare questa parte del nostro corpo, e questo è vero specialmente per le donne che con l’avanzare dell’età vanno incontro a questo tipo di problemi.
Ma cos’è il pavimento pelvico e perché è fondamentale porvi attenzione? Ce lo spiega la Dottoressa Cellerino Paola, medico specialista proctologo presso il Centro Medico Sant’Ambrogio.
Il pavimento pelvico è un complesso gruppo di muscoli e di altri tessuti che sostengono e proteggono gli organi pelvici, tra cui vescica, utero e retto; è un’area del corpo umano ancora pressoché sconosciuta e spesso non le riserviamo le attenzioni che meriterebbe, eppure è fondamentale perché i cambiamenti che interessano il pavimento pelvico finiscono per influenzare negativamente la vita quotidiana.
Il piano perineale ha numerose funzioni tra cui quella primaria di mantenere la corretta funzionalità degli sfinteri, i quali intervengono nel controllo della defecazione e della minzione, ma interviene anche nelle funzioni sessuali e nel mantenimento di una corretta postura.
Quando il complesso intreccio dei muscoli pelvici non funziona correttamente, le persone possono sperimentare fastidi come: vulvodinia, peso perineale, incontinenza urinaria o costipazione, tutti sintomi che portano a vivere una condizione di imbarazzo, inadeguatezza e ansia.
I disturbi pelvici possono diventare più comuni con il passare degli anni, e solitamente nella donna appaiono in concomitanza con l’arrivo della menopausa, allorché il cambiamento ormonale porta ad alterazioni fisiologiche come assottigliamento dei tessuti e riduzione delle secrezioni.
Questo, però, non rappresenta l’unico caso: alcuni disturbi possono manifestarsi anche laddove vi siano patologie di tipo ormonale o genetiche, oppure durante la gravidanza o subito dopo di essa.
Il motivo è presto spiegato: durante la gravidanza si assiste a un aumento della pressione sul pavimento pelvico e si verifica uno stiramento dei muscoli, come peraltro durante il parto. “Naturalmente – afferma la Dottoressa Cellerino- ciò non significa la gravidanza e il parto comportino necessariamente dei problemi a livello di pavimento pelvico, però è bene sapere che in alcuni casi si può incorrere nel rischio di sperimentare dei deficit funzionali.
Quali sono i sintomi più comuni che evidenziano problemi al pavimento pelvico?
I sintomi di una disfunzione del pavimento pelvico possono essere molteplici; tra essi vi sono:
- incontinenza urinaria
- perdite anali o urgenza alla defecazione
- costipazione
- dolore anale o perineale
- dolori sacro coccigei
- minzione dolorosa
- dolore durante l’attività sessuale
- prolasso degli organi
Se questi problemi, sintomatici di un’alterazione del pavimento pelvico, non vengono prontamente affrontati con l’aiuto di uno specialista possono peggiorare negli anni e portare al prolasso degli organi.
Il prolasso degli organi è quella condizione per cui uno o più organi pelvici cede, ovvero perde la sua normale posizione sino a protrudere al di fuori del nostro corpo. A secondo della severità del prolasso, il paziente può riferire pressione o peso perineale “tant’è che alcuni pazienti – afferma la Dottoressa Cellerino Paola – riferiscono la sensazione di essere seduti su una palla”.
Nel caso in cui il prolasso interessi più di un organo si parla di “prolasso multicompartimentale”.
Perché è necessaria una valutazione specialistica?
Nella moderna medicina il trattamento della patologia del pavimento pelvico deve essere multidisciplinare, ossia è un quadro clinico dove più specialisti collaborano con il medico proctologo per giungere alla risoluzione dei problemi.
L’anamnesi (cioè la raccolta della storia e dei sintomi riferiti dal paziente) è fondamentale per riconoscere il corretto approccio, che può essere di tipo funzionale ma anche chirurgico.
Oltre alla raccolta delle informazioni lo specialista proctologo può prescrivere esami di secondo livello che mettono in luce aspetti morfologici e funzionali che non sempre possono essere valutati solo con una visita.
Questo permette di effettuare una scrematura e distinguere quei pazienti che possono beneficiare solamente di una riabilitazione del pavimento pelvico da quelli che invece necessitano di un approccio chirurgico eventualmente combinato alla riabilitazione.
Attualmente l’approccio chirurgico varia a seconda di numerosi fattori tra cui, per esempio l’età: il trattamento chirurgico della medesima disfunzione in una paziente ventenne può differire in maniera importante da quello di una paziente ottantenne.
“Si tratta – spiega la Dottoressa Cellerino- di una chirurgia che deve essere modulata sulla base dei sintomi di ciascuna paziente.
Contrariamente a ciò che si pensa, si tratta di disfunzioni molto diffuse nella popolazione e non bisogna avere paura di una visita, per quanto fastidiosa e imbarazzante possa sembrare.”
Una visita proctologica è dunque il primo passo da compiere se si soffre di questo tipo di problemi, perché se seguiti tempestivamente questi sintomi possono essere curati e risolti con terapie ad hoc.